Caro lettor mio, tra le carte di lavoro che sto mettendo in ordine, un racconto di viaggio della mia vita precedente… “L’immenso Shea Stadium è il primo monumento che ti viene incontro lungo l’autostrada che dall’aeroporto Kennedy, traversando il Queens, porta a Manhattan. Colorato d’azzurro e di rosso come quasi tutto in America. Poi, d’improvviso vedi stagliarsi l’acrocoro scuro dei grattacieli contro il crepuscolo, l’ascendere improvviso del World Trade Center, geometrie potenti dall’Hudson al ponte di Brooklin, le guglie dell’Empire…
racconto
Marco Pantani, o degli eterni essenti
Sale ancora la bici sul declivio/ Tra i raggi scintillanti del meriggio,/ Pensieri persi nella valle oscura/ Per cercare più in alto la tua pace. Sul volto la vittoria pregustata,/ La prepari con un sorriso breve,/ Ma la strada non cede e sale ancora/ Fino sull’Alpe che il tramonto indora. Hai negli occhi una rapida emozione/ Come se più il traguardo non ci fosse,/ E la malinconia lì ti prendesse. Ma il cuore batte giusto e il sangue…
Il sogno della bimba
“Aveva scelto un altro mare/ Dove crescevano i cavalli rosa,/ Aveva scelto un’alta collina/ Dove nascevano le acacie bianche,/ Aveva scelto il deserto giallo/ Dove crescevano le dune al vento,/ Aveva scelto una bimba bella/ Con gli occhi scuri d’un bel sorriso.” Scrivevo più di tre lustri or sono per la bimba che è la mia, e che a volte, ora già grande, attraversa la malinconia. Che tempo è passato da quei racconti, da quelle intuizioni talora di…
Le case di via Feletto
Caro Sergio tu racconti e racconti, sempre osservando, da protagonista a volte discosto, scegliendo anche la terza persona, e ogni tanto chiamandoti per nome, oppure parlando di papà maresciallo del “Mantova” alla caserma Cavarzerani. E poi gli altri, le ragazze e i ragazzi dei condomini, Greta la bella, la corsa in Lambretta e il volo nell’erba con l’afrore della giovinezza nelle mani di Ezio. Come descrivi bene il climax (eeeh l’eredità di piazza I Maggio!) ascendente e quello discendente dell’emozione…
Villa Sulis e la grammatica dei volti
Trovarsi con Gianni Colledani, culto umanista e cantore dei toponimi e delle terre alte, della Pedemontana, è bello. E con altri amici venuti per il libro. Villa Sulis si staglia sulla Costa avita, avamposto dei “castellani” e corpo di guardia dei “beltramini”, quelli di Spilimbergo che uccisero il Patriarca Bertrando un pomeriggio del 1350. Si parla di nomi e di lingue antiche, rimaste a dire il rispetto dei luoghi, dei sentieri, delle ancòne, delle pietre dove si riposavano i viandanti,…
Cumo tu poetis denant dal Pari, cjar amì, pre’ Meni, ora tu poeti davanti al Padre, caro amico, pre’ Meni
Cjar pre’ Meni, ho saputo che te ne sei andato stanotte, e io ti ricordo con affetto, le nostre conversazioni sul poetare come lavorare, come essere operai della parola. O anatomopatologhi… della parola, che è sacra, pregnante, densa, piena di verità, se la si rispetta. La parola, oggi strapazzata, negletta, che tu curavi con acribia amicale ed esperta. Tu scrivevis a man, cun cure e precision, e io leevi ce che o vevin di publicâ su le Agende…
pedalate di pensieri
Pedalando, per vincere il freddo intenso di questo gennaio, penso, mentre il paesaggio nitido dell’inverno mi circonda. Non ci sono auto, nulla si muove, se non le ruote della mia bicicletta sotto lo sforzo della pedalata regolare. Neppure un alito di vento, quel burian sarmatico che ho sentito nelle scorse uscite, freddissimo, grazie a Dio, ma stamattina sono meno 6 o 7 sotto zero. Verso le undici incontro anche altri ciclisti allegri, forse a zero gradi o meno uno. La…
Il castello sulla collina
Tortuosi sentieri, carrarecce e interpoderali, costeggiate di boschetti di ripa intervallati da radure e corsi d’acqua, fattisi strade nel tempo, scavallano le colline dell’antica morena, e all’improvviso il maniero appare nella radura alta oltre le fronde del bosco. Ha un nome arcano, Castello d’Arcano. Già evocativo il suo nome, misterioso e solitario il percorso che ivi conduce il viandante, fatto di curve, ripide rampe e ariose discese, fino al borgo di Sopra. Le anime dei conti ogni tanto lo visitano,…
Nostalghìa
Caro lettor paziente, il brano seguente è tratto dal “Il viaggio di Johann Rheinwald“, pubblicatomi dall’editrice Libra di Pordenone nel 2007. Lo propongo qui per onorare il vecchio partigiano che me lo narrò, mancato qualche giorno fa a novantadue anni. Il funerale laico ascolta il silenzio della campagna e mi fa ricordare le poche parole dell’uomo, sobrio nel raccontare vicende di guerra e guerriglia, di anni crudeli, di schifo e di sangue. Nell’ora che precede il crepuscolo e il sole taglia…
Crepuscolo
Ero dopo tanto tempo oggi in corteo ad accompagnare la vecchia insegnante che mi aveva ricordato prima di andarsene. Dopo le quattro del pomeriggio a fine dicembre la luce diventa radente e il sole illumina accecante la piana. Sullo sfondo le montagne si fanno azzurre e il cielo attonito lascia che altissime scie d’aerei lo solchino verso l’infinito spazio. I passi sono cadenzati al ritmo del Rosario che il sacerdote declama lungo il percorso verso il luogo del riposo, cimitero…