Il bosco è sempre là sopra, sulla collina, e il vecchio (o la vecchia?) lo sapeva, anche se la sua lucidità perdeva colpi, da un po’ di tempo. “Portami su al bosco, chiese alla figlia (o alla nipote?), ché così ti canto un po’ di canzoni”, “Sì papà (o mamma o nonna), volentieri, aveva risposto lei, son contenta di sentirti cantare”. Seduto (forse seduta) sulla carrozzella, perché oramai camminava poco e con fatica, guardava il paesaggio mentre la figlia-nipote lo…
racconto
Al di là del Danubio
…e al di qua: roseti freschi sulle tombe dei padri agostiniani di di St. Florian. La mattina vede la nebbia calare sulla collina sovrastata dall’Abbazia, prima che il sole la vinca. La grande facciata si appoggia ai possenti campanili della basilica, e si staglia nella campagna da grande distanza. I corridoi immensi e lucidi dicono di passi secolari e di persone che lì hanno vissuto, pregato, studiato, ascoltato. I ritratti degli antichi padri e abati sorvegliano severi chi arriva…
La fame e la paura
I cartelli di benvenuto ai profughi alla stazione di Monaco di Baviera segnano un pezzo della storia europea e della storia del mondo. La valenza simbolica dei gesti è sempre qualcosa che “lega” e fa comprendere immediatamente i fatti che accadono, a volte, molto più di complesse spiegazioni socio-economiche o politiche. Dopo tanti tentennamenti le grandi nazioni dell’Europa, a partire dalla maggiore per abitanti e potenza economica, la Germania, si sono mosse, auspice una cancelliera che si è rivelata…
…e di gloria rifulse
Caro lettor settembrino, aaah quanti ne abbiamo e conosciamo che rifulsero e rifulgono di dubbia o immeritata gloria! O anche di qualcosa di meno. Gente dello spettacolo, specie televisivo, l’elenco è inutile (voglio dire tipo la D’Urso o la Ventura o Varriale), ma anche letterario, cultural-filosofico, socio-criminal-psicologico (i Crepet, le Bruzzone, etc.), molti partecipanti ai talk show che si qualificano solo in quanto “partecipanti” all’effimera visibilità mediatica. Nelle ultime due settimane ho leggiucchiato i racconti offerti dal Sole 24…
la bambina che incontrò il vento
Come capitava a qualcuno nei secoli passati, anch’io ho trovato un manoscritto, nel baule dei sogni… “In un tempo molto lontano, precisamente cinque secoli fa, il vento non esisteva. Una mia ava che si chiamava come me, dopo una sera di storie raccontate dalla nonna, …la bambina si mise in testa che il vento non esisteva. Il giorno dopo Beatrice si alzò al sorgere del sole e preparò subito una borsa fatta di pelle di pecora, dentro mise quel poco…
garbatissimi miei ospiti de “Gravo”
…per i non conoscitori, intendesi di “Grado”. Ospite dell’antica Isola del Sol, questa istàe ho avuto la fortuna di incontrar garbati ospiti, che non dimenticherò. L’onore che rendo qui è alla poesia culta e popolar del Pigo, alla storia particular di Bruno e all’intuizione intelligente di Benito. E questo onore rappresento con la stessa poesia che riscrivo senza tradusiòn: due liriche del Pigo, tratte dall’antologia curata da lui stesso “Despùo le caligàe“, edita dalla Associazione “Graisani de Palù”, Grado 2012 (pp. 132 e…
Il racconto della laguna
Mie cari mamuli, go scoltà con atension il raconto che me gavè fato. E mi lo conto a modo mio, come son bon. La Laguna di Grado, specialmente el palù de sora, a est, è aperta sul mare con la Bocca di Primero, mentre quella occidentale si abbraccia con il mare per il Porto Buso, e di lì si va fino a Lignano oltre l’isola di Sant’Andrea, e a Marano e fino al fiume delle meraviglie, in latino Anaxum. Lo Stella.
che bello che era il cielo…
…quando eravamo bambini nella montagna. Se era d’inverno si andava con la zia a portare il latte munto alla latteria nel paese vicino, passando vicino al cimitero, e lì che paura!, ma poi le stelle su in cielo ci distraevano e ci incantavano… Quante stelle in cielo a dicembre, prima che venisse la neve e il freddo ci costringesse a stare chiusi nelle case di pietra, chiusi come si poteva, con mille spifferi, e se il vento mugghiava, la paura si…
la stanza della rinascita, o della perseveranza
L’uomo è alto e forte, giovane, la barba corta, giusta, lo sguardo diretto, ha il nome di un arcangelo. Vorrei mettere una sua foto ma si schermisce, e la cosa è da lui. In due mesi e mezzo mi ha ridato il ginocchio destro, che era svanito dietro un ematoma monstre, e la gamba debilitata, ora in ripresa. Vi è stata una virtù a sovrintendere il tutto, la perseveranza, che è una versione operativa della pazienza. sia da parte dell’uomo alto…
again, di gnûf, ancora qui, otra vez, nunc etiam, èti èntha
Con la grazia del Padre misericordioso e la mia volontà razionale sono risalito in bici. Dopo 50 giorni. Non è stato difficile, perché il pomeriggio di fine luglio era luminoso e la strada libera. La pedalata cauta per la debolezza dell’arto ferito, ma il ritmo buono verso la Bassa. Poche auto e tanta luce attorno a me. Un saluto nel paese natale e poi il lento ritorno verso le Terre di Mezzo, un po’ di sali minerali in borraccia, magnesio…