“Oh bimba, te ti presenterò Amos domattina ch’è sabato. Vedrai che te ti piacerà. È l’uomo giusto per te, c’ha un podere con gli ulivi e la vigna del Chianti su in Poggio al Vento… e pure un piccolo gregge di pecore dell’Appennino per il buon latte e formaggio…” il colonnello Torquato Vanzi si interruppe all’improvviso, perché vide sul volto della sua giovanissima domestica friulana un moto, prima di sorpresa, poi di stupore e infine di non celata preoccupazione. Luigina…
racconto
Oznèbrida
Dov’è Oznèbrida? Che cosa era stato, un lampo, una parola-suono-sogno-sonno? Quando Johann riposava in qualche stavolo o ricovero alpino, gli capitava di riflettere sull’intelligenza e sulla capacità dell’uomo a comprendere i fenomeni e gli altri umani. Che cos’è l’intelligenza? E’ un dono dello Spirito, o una facoltà solo materiale e così descrivibile in modo del tutto soddisfacente. La biologia e la psicologia potevano dare solo alcune risposte di tipo strutturale e funzionale, ma non chiarivano neppure lontanamente in quale direzione…
Que viva Mexico!
Fue a Mexico en estos dias para trabajar, y tuve la posibilidad de ver algunas cosas del grande pais latino-americano… … settanta chilometri di casupole abbarbicate (como hormigas que comen la tierra) alle brulle colline che circondano Ciudad de Mexico, e immaginare che cosa succede lì quando piove. Un biancore grigio continuo interrotto dalla morfologia delle colline, a perdita d’occhio. Dicono che vi abitino 15/16 milioni di persone. E poi c’è la grande città, un po’ Parigi e molto Madrid, con i…
Crna voda, ovvero la fontana dell’acqua oscura
Nonna Tilde con i nipoti saliva al monte San Martino gerla in spalla, dove portava sul fondo una pentola di minestrone, formaggio, pane e frutta di stagione. La bimba aveva il compito di portare su il fiasco del vino. Il piccolo arrancava in parte, o dietro, sull’erto sentiero. Così era ogni mattina nella buona stagione, quando la famigliola (i genitori dei piccoli non c’erano più) si portava su in alto, dove lavoravano gli uomini. La nonna depositava tutto sotto il grande castagno…
La storia del padrone e dell’asino (?)
Un racconto (di Esopo o Fedro, non ricordo), mi dice il mio amico Romano Frè, narra di un tempo e un luogo in cui un padrone aveva un asino che mangiava molto fieno e biada, epperò lavorava molto. Un giorno il padrone decise di dargli metà fieno, e l’asino continuò a lavorare molto. Dopo un po’ il padrone dimezzò il fieno e la biada che dava giornalmente al suo animale, e l’asino lavorava ancora allo stesso ritmo. Meravigliatosi non poco, il…
L’uomo della fornace e della pietra
“Compagno Tito vieni abbasso!”, esclamò con forza Don Paolo. Il cappellano era venuto a benedire come da tradizione la fabbrica di laterizi che stava sul Fiume. Era solito venire lui, mandato dal signor Prevosto, che invece preferiva andare a benedire per le case. Comunista convinto, ateo e anticlericale, Tito sulle prime fece finta di non sentire, ma al successivo richiamo, si decise a scendere dal soppalco sul quale stava lavorando, a rifinire con cura alcune pile di coppi. Avevano detto…
Le lenticchie di Pecol
(Racconto di Natale, dedicato ai critici ufficiali della Repubblica friulana delle Lettere, insigni esegeti equanimi, ermeneuti allegoristi neo-alessandrini, hortus conclusus apriorico, a beneficio dell’arte e della poesia di alcuni…, con tanto di excusatio non petita per la dimenticanza di altri…, fortassis, perhaps, cui sa mai, quien sabe, chissà, etc..) Nonno Marco gli aveva promesso ancora una volta che avrebbe letto per loro un racconto della Storia Sacra, una sera o l’altra, mentre lo interpellavano correndo qua e là. Era solito farlo, con i…
Palinodia Salentina
Finis terrae, così come quella affacciata sull’oceano i Lusitani chiamarono la terra, anche l’estremo lembo della Puglia, fichi d’India e canne e scogli, per sfuggire all’estrema spremitura degli impegni. Il sole sorto dall’Epiro si effonde sulle rocce a Leuca, e verso le basse Serre steppose tutt’intorno. Il viaggiatore è giunto, infine. Fuori dal gran caldo in cerca di città di pietre, d’altre scansioni della terra: Gallipoli d’estate, la Bella Città, e Galatina, indugio meridiano, splendore della pietra leccese a sant’Irene…
L’ultimo suono del corno
La boscaglia è fitta e il suono del corno è attutito dal vento che cambia continuamente direzione. Il vento porta gli odori della macchia, così come la luce, più cristallina dopo che è spiovuto, porta i colori del bosco e del prato, dei coltivi inframezzati alla dolina. Animali bradi. I…
L’Ombra del Lupo
I passi dell’ultimo o ultima della fila rallentavano nel fango. Scarpe inadatte facevano sprofondare e faticare. Era venuta una pioggia fitta all’improvviso in quell’inizio d’estate e la macchia verde e bruna di lecci e castagni sotto La Verna a metà del pomeriggio si era improvvisamente scurita come se stesse già venendo sera. L’odore del legno bagnato giungeva forte alla narici dei viandanti, tale…