Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

“Troppi morti…”, esclama un uomo politico parlando del terremoto del Centro Italia di cinque anni fa: un’altra occasione per criticare chi si schiera sempre e solo da militante per un simbolo politico di partito senza valutare le qualità morali e culturali delle persone che lo rappresentano

“Troppi morti…”, inizia in questo modo il ricordo di tale Legnini, che fu anche Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, per ricordare il terremoto di cinque anni fa nel Centro Italia. Troppi morti? Quanti? 299. Non ricordo bene, tutti indispensabili, tutti dello stesso valore, come persone. E se fossero stati 30, il 10%, che cosa avrebbe detto il Legnini? Beh, un numero equo, accettabile, non eccessivo, di morti, forse? Che ragionamento è quello che gli fa dire “troppi”? Aaah, certo,…

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Gli stivali di Re Vittorio

“Toni, bundì, veiso timp?” (Friulano: Toni, buongiorno, avete tempo?) “Ai simpri timp par vo, sior sindic” (Ho sempre tempo per voi, signor sindaco)… Toni zuet (zuet, in friulano, significava e significa zoppo, perché Toni aveva avuto in gioventù la frattura di una tibia mal curata, che gli aveva lasciato una zoppìa molto evidente) era il miglior calzolaio del paese, un vero maestro nel taglio della tomaia e nella sua applicazione alla suola. Era metà luglio del 1915 e l’Italia era…

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Non mi piacciono queste parole: “perfetto”, “felicità”, “adoro, adorare” e, in genere, gli aggettivi al superlativo assoluto come “bravissimo”, “grandissimo”, “dolcissimo”, etc.

Le parole poste nel titolo sono molto diffuse e di uso comune e continuo. Le aborrisco. Si pensi a “perfezione”: è una parola latinissima che deriva dal verbo perficere, che significa completare. Al participio passato fa perfectum, cioè completato, finito… perfetto, dunque. Vedi, mio caro lettore, che ciò che è perfetto è finito, e quindi… morto. Morto. Come scrive Aristotele, che propone il paradosso di cui sopra, la perfezione è MORTE. E dunque, quando si sente dire “quelli hanno…

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Diritti e sovranità: la “lezione” dell’Afganistan

Il prof Strazzari della Scuola S.Anna di Pisa mi suggerisce una comparazione non consueta, quando si parla di diritti, quella fra diritti e sovranità. Di sicuro, una prospettiva riflessiva del genere non mi sarebbe mai arrivata da un’onorevole Cirinnà, o da Letta, Boschi, Dimaio, Fico, Guerini, Gelmini, Salvini, Renzi, Meloni, Letta, Di Maio, e tanto meno da Conte Giuseppe, etc. Questi signori e signore, professionisti/e della politica, non sono in grado di declinare concetti e riflessioni al di là della…

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I Talebani mostrano l’ignoranza storica, antropologica e culturale dei politici e dei militari occidentali, anche se vent’anni di guerra e di presenza di americani, inglesi e italiani ha dato un contributo indistruttibile al cambiamento culturale di quel popolo

La prima domanda che ci si deve fare quando si approccia una cultura radicalmente diversa è. “Chi sono costoro? Come la pensano? Che valori hanno? Che priorità? Che storia hanno? Hanno di che vivere? In che cosa credono?” Sono le domande “antropologico-filosofiche”, che attengono la dimensione più alta e profonda dell’antropologia scientifica. Vi pare, cari lettori, che, prima gli Inglesi, poi i Sovietici e infine (parlo solo del’età contemporanea) gli Americani, si siano fatti queste domande in profondo? Domanda retorica,…

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Messi, che lacrime ridicole! Jacobs sia umile. Tortu, che bel sorriso… e approfitto della visibilità del titolo per segnalare l’ultima idiozia vista su un quotidiano sportivo: parlando della staffetta vincitrice della 4 per 100 a Tokio, leggo che il primo frazionista, Lorenzo Patta, nato nel 2000, è un millennial. Ma, se si intende che “millennial” è chi è nato nel nuovo secolo, il XXI e nel nuovo millennio, il III, Patta NON E’ un millennial! Ancora, ancora c’è gente convinta che il 2000 sia il primo anno del III millennio e del XXI secolo, idioti!

Ciò che qui scriverò, caro lettore, non avrà nulla di moralistico, ma sarà semplicemente narrativo, realistico, forse solo un po’ attento agli aspetti finanziari, gestionali e di etica d’impresa, nei limiti che la mia limitata competenza in materia mi consente, incompetenza che, come sai mio caro lettore, non riguarda l’etica d’impresa. Il signor Messi, gran calciatore e piccolissimo uomo, mi ha fatto solo malinconicamente ridere con le sue lacrime (?), mentre dalla sede della sua storica squadra di calcio, spiegava…

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“Impensabile”, “incredibile” (ovvero: non ci credo), “inimmaginabile”… (tre aggettivi che, pur se usati come modi di dire per significare cose grandissime e/o inaspettate, in realtà sono abbastanza idioti). Il peggiore di questi attributi è “impensabile”, mentre “invincibile”, “insuperabile” e qualche altro analogo, si possono anche accettare, sia pure con riserva. Alcuni aggettivi, di contro, come “inadeguato”, “impossibile” (con qualche dubbio dato dalla soggettività), “inaccettabile” (idem come per il precedente), “impreparato”, etc., sono del tutto congruenti con realtà fattuali

Tre espressioni molto usate, ma non perciò, nonostante siano dei modi di dire per enfatizzare la grandezza o la difficoltà di qualcosa, meno idiote. Apparentemente filosofiche, ma in realtà abbastanza inutili. Parto da una breve analisi della preposizione “in” che dà inizio a ciascuna di quelle parole. In latino “in” significa “contro” (non solo per la definizione dello stato in luogo), di cui l’esempio più forte è senz’altro il nome del secondo più grave dei vizi capitali, l’invidia, in-vidia, che…

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In questo periodo, compresi i lockdown mi sono sentito SEMPRE sostanzialmente LIBERO (alla faccia dei libertari a corrente alternata), perché ho fatto SEMPRE, dico SEMPRE, ciò che dovevo fare e nessuno me lo ha impedito. Aaah, dimenticavo, sono stato anche offeso da qualcuno che mi ha invitato “a svegliarmi”, un “pulpito” che si nutre di web e bugiardini, non di seri studi accademici, dove la tua competenza è verificata da terzi che hanno titoli per giudicarti, fino a che io stesso ho fatto parte di questi “terzi” (docenti universitari). Detto questo, qui parlo di quisquilie, per variare il menù. Ecco: parlo degli uomini politici e delle donne “politiche”: un ambiente di noiosi, tra pochissimi “ascoltabili”; giornalisti e titolisti: una piccola accolita di disonesti che rovina una categoria talvolta eccellente

Ripeto: nonostante gli alti lai dei libertari a corrente alternata, che ululano per piazze e sul web, anche durante i lockdown più rigidi, mi sono sentito e sono stato LIBERO di agire e di dire ciò che volevo dire e di fare ciò che dovevo fare, sempre nel rispetto delle norme prudenziali, atte a tutelare la legittima personalità e libertà degli altri. e l’altrui dignità. Due volte mi hanno fermato i carabinieri, ed è bastato che dicessi: “vado nell’azienda tale,…

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Su libertà e vaccini occorre tornare con chiarezza ad Aristotele, Tommaso d’Aquino e Immanuel Kant

Leggo in tema prese di posizione filosofiche provenienti da prestigiosi colleghi, come Cacciari e Galimberti, che in parte condivido, ma prevalentemente no, direi in particolare nella metodica comunicazionale. Del primo non condivido la posizione pubblica sul green pass, che limiterebbe la libertà individuale: ciò mi sembra che sia un po’ come guardare il dito che indica la luna, non guardare la luna, vale a il dire che le regole anti-Covid sarebbero liberticide… D’accordo con lui quando commenta la povertà politica…

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Giornalisti “villani” (senza offesa per i villani abitanti delle “ville” rurali), Marco Travaglio e David Parenzo, e i falsi liberal-democrat del non-vaccino

Qualcuno non ha limiti nell’insultare, e molti si improvvisano sapienti su ogni materia, di questi tempi. Ciò non si dovrebbe mai verificare, ma queste cose capitano. Probabilmente l’accessibilità dei nuovi media non solo favorisce, ma sollecita, interventi di tutti i generi in tutti gli ambiti su tutti gli argomenti. In ragione di ciò, si leggono e si ascoltano facezie, stupidaggini, affermazioni azzardate, assiomi infondati, ricordi fasulli, relazioni inesistenti fra concetti inconciliabili, pretese di conoscenza senza fondamento, e altro del…

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