Il tropo liturgico ottocentesco recita così: tempora bona veniant, cioè verranno [o potranno venire] i tempi delle cose buone, riferendosi al percorso della salvezza delle anime. Possiamo mutuare la frase per riferirci anche ai corpi e alle cose umane, ai beni, che si dicono “bona“, esattamente come l’aggettivo “buono“, o “buoni“, si veda il caso del neutro plurale del titolo [bonum, i – bona, orum]. Il tropo continua così: Pax Christi veniat, Regnum Christi veniat, verrà la pace di Cristo, verrà il…
sociologia
Alla ricerca del maestro perduto
Mio padre ha avuto per tutte e cinque gli anni delle elementari il severissimo Signor Maestro Polizzi, siculo; mia madre, sempre per tutti i cinque anni delle elementari, il friulanissimo Signor Maestro De Colle. Due maestri maschi, per cinque anni, che vediamo seriosi nelle foto con gli alunni, loro in grisaglia e cravatta, con i baffi il primo, senza il secondo. Erano il “Signor Maestro“, cui si doveva rispetto e deferenza, cui ci si rivolgeva con il “lei” e cui si…
Di Maio e Di Battista, Rosato e Gasparri, Scilipoti e Razzi, Boldrini e Renzi, Maroni e Zaia e… Maria Teresa d’Austria
Il mio gentil lettore è legittimato a chiedersi che cosa c’entrino con la grande sovrana asburgica i primi due e la mia risposta non può che essere “nulla”, anzi “men che nulla”, mentre gli ultimi due hanno in qualche modo a che fare, pur se in modo diacronico, essendo i capi attuali del Lombardo-Veneto. Siccome domani, 22 ottobre si celebreranno i referendum sull’autonomia di queste due regioni, ecco la ragion del pezzo. I sei in mezzo sono messi lì per rappresentare il minimo…
L’Ave Maria della glottologa
Clara Ferranti insegna glottologia e linguistica all’università di Macerata, e sembra abbia commesso quasi un crimine: chiedere di recitare insieme agli studenti del suo corso un’Ave Maria per la pace nel mondo. il rettore Adornato e il collettivo studentesco Officina l’hanno attaccata così: “Ha limitato la libertà personale, bisogna reagire a questi soprusi. Invitiamo pertanto pubblicamente la professoressa a scusarsi pubblicamente per il suo comportamento, nella speranza che l’Università prenda le dovute misure affinché una cosa del genere non si ripeta…
Ricostruire le relazioni nella vita che cambia
…è compito diuturno dell’uomo, sia nella normalità, sia in condizioni eccezionali, come dopo un disastro. Le comunità umane sono naturalmente solidali, oltre ogni riflessione razionale, oltre gli schieramenti di parte e le passioni temporanee. In tempo di guerra si è assistito a incredibili episodi di solidarietà tra “nemici”: basti pensare al comportamento delle babuske ukraine verso i nostri alpini in ritirata dal Don nell’inverno atroce del ’43. Un evento eccezionale cambia la vita all’improvviso, anche in tempo di pace.
“…gli immigrati forse non sanno che non debbono violentare” (terrificante frase pronunciata da una avvocatessa a Salerno)
Leggo stamattina questa incredibile frase pronunciata, sembra, dall’avvocato Carmen Di Genio del Comitato delle Pari opportunità di Salerno. E’ talmente assurda, stupida, illogica, cognitivamente improbabile che mi sono sentito di mettere quel “sembra”, poiché un essere umano, femmina, laureato in giurisprudenza, italiano, non dovrebbe poter pronunziarla, e neppure pensarla. Siamo al di là di ogni ordine naturale di ogni genere e specie del linguaggio umano. Siamo al belluino pre-morale che, guardando l’abbigliamento beige, sobrio ed elegante dell’avvocatessa, non mi…
“Lavoro” e “posto di lavoro” sono la stessa cosa?
Caro lettor del sabato, qualcuno pensa che i due virgolettati del titolo siano sinonimi, ma non lo sono. Il concetto di “lavoro” si riferisce espressamente all’operare dell’uomo per acquisire materie prime, trasformarle e creare tutte le attività di servizio e di ricerca che rendono il lavoro stesso vendibile per la vita umana in generale e per creare reddito aziendale; il concetto di “posto di lavoro”, invece, si riferisce alla struttura organizzativa di un’azienda o di un ente, che prevede posizioni, ruoli,…
Come il sole riflesso sulla superficie cangiante del mare
A pagina 203 del suo ponderoso volume Platone 2.0, La rinascita della filosofia come palestra di vita, edito quest’anno da Mimesis, il mio amico Giorgio Giacometti, filosofo (posso dire?) neo-platonico contemporaneo, e studioso di Schelling, propone questa bellissima frase-verso, che riporto qui sopra nel titolo, a un suo interlocutore ospite di sedute di filosofia pratica. Si tratta di un piccolo industriale disorientato che ha confuso, o con-fuso per tutta la vita azienda e famiglia, facendo della seconda, in sintesi, una parte…
assenze e assenteismi
I concetti e i termini linguistici del titolo derivano dalla struttura verbologica latina del verbo essere, sum, sono, cosicché ab-sum significa sono da, cioè sono distante, non sono qui, sono assente. Essere assenti non è un male-in-sé, anche perché non si può essere presenti ovunque dove si sta di solito, o altrove, e neppure nello stesso momento, come insegnava sapientemente Aristotele. Non si può essere e non-essere nello stesso momento e nello stesso luogo (o in altri). La filosofia occidentale ha…
Le affettività giovanili odierne come nuove “affinità elettive”
mmmh… così sorge dal cuore quando scatta quel qualcosa, di chimico quasi, come insegna Goethe, e tu non sai se sei Ottilia, il Capitano, Edoardo o Carlotta… di inspiegabile con la ragione argomentante o con la logica sillogistica. Non funzionano più ora i meccanismi classici della nostra biologia mentale, la psiche è ottenebrata, i sensi comandano in un turbinoso scambio tra quelli esterni a quelli interni. E’ l’innamoramento o qualcosa di simile, è la passione a vari livelli emotivi, l’attrazione…