Santo significa “sancito”, ma anche “separato”, diverso, come diversi sono i “santi”, tra loro e dagli altri. Diversi in che senso? forse nel senso che sono dei superuomini o superdonne? Per nulla, perché, se ci si dedica a un opportuno approfondimento biografico di un qualsiasi santo o santa, ci si accorge che quelle figure sono persone normali, anzi, a volte molto normali, con difetti e con pregi, peccatrici e peccatori, generosamente solidali e/o egoisti, rabbiosi, scostanti… Un esempio di santità…
teologia
Non trovo più neanche un elettrauto, dove sono spariti tutti? A me, invece, il mio dentista ha disdetto l’appuntamento per l’igiene…, ma che cosa sta succedendo?
Il vaccino aveva evitato molti morti e la pandemia sembrava oramai in sonno. Aveva avuto il suo acme un anno e mezzo prima e aveva spaventato il mondo. Con un documento verdolino tutti avevano ripreso a girare dappertutto senza intoppi. Il lavoro e il reddito pro capite erano aumentati in modo inaspettato, perché tutti avevano acquisito una fiducia nel futuro che prima non c’era. Sembrava che una società fino a un anno o due prima un po’ anchilosata si…
STRESS, STRESS, STRESS! E’ ora di finirla con lo STRESS. NON ESISTE lo STRESS, ESISTE SOLO la FATICA se si LAVORA e si STUDIA tanto, COME è necessario!
Mio padre Pietro lavorava in cava di pietra dodici/ quattordici ore al giorno per pagare i debiti e per farmi studiare al liceo classico, la “scuola dei ricchi” che anche un ragazzo povero ma intelligente lui aveva capito che doveva frequentare. falso stress da ricrescita E parlo anche di me: dopo il liceo classico, quando durante le cinque estati delle superiori lavorai a portare bibite, poi, diplomato, andai a lavorare per sette anni in fabbrica come operaio, mentre studiavo scienze…
“Agorà”, in Greco antico, significa slargo, piazza: il plurale è “agorài” (piazze). Bene: vedo Letta del PD che troneggia su palchi dove la scritta è la seguente “Agorà democratiche”, quindi con il nome al nominativo singolare e l’aggettivo al plurale. Non mi si dica che in italiano i plurali greci non si mettono (come nell’inglese inserito in un testo italiano, perché sarebbe come dire che greco e latino stanno all’italiano come l’Inglese). Conclusione: Greco e Latino sono “papà” e “mamma” linguistici dell’Italiano e dunque, se non si conosce l’abc del Greco antico, si lasci perdere, per carità
Alle solite! Si usa una lingua antica e si fanno figure barbine. Chissà perché lo fanno… fa figo? E’ una cosa capalbiese, radical chic, snobistica? Mi par proprio di sì. Poi sono più o meno gli stessi che dicono mìdia invece di mèdia, plàs invece di plus, perché hanno deciso che la koinè inglese si è impadronita anche di un neutro latino della seconda declinazione, o di un avverbio comparativo di quantità. Non è serio usare termini e concetti…
La Tecnologia tecnocratica (Tèkne + Lògos) crea un’Antropologia (‘Anthropos + Lògos) verso il “Trans-umanesimo”?
Nella storia , la tecnologia ha sempre modificato la vita degli esseri umani, a partire dall’invenzione della ruota e dalla scoperta dell’utilizzo del fuoco. L’evoluzione della scienza ha accompagnato e assistito l’incremento della tecnica applicata a tutte le attività umane, da quelle economiche a quelle militari. Si pensi alla tecnologia evolutissima che gli antichi Egizi utilizzarono per la costruzione delle piramidi, oppure ai sistemi di irrigazione realizzati dagli Assiri e dai Babilonesi, sfruttando le acque dell’Eufrate e del Tigri; si…
“Troppi morti…”, esclama un uomo politico parlando del terremoto del Centro Italia di cinque anni fa: un’altra occasione per criticare chi si schiera sempre e solo da militante per un simbolo politico di partito senza valutare le qualità morali e culturali delle persone che lo rappresentano
“Troppi morti…”, inizia in questo modo il ricordo di tale Legnini, che fu anche Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, per ricordare il terremoto di cinque anni fa nel Centro Italia. Troppi morti? Quanti? 299. Non ricordo bene, tutti indispensabili, tutti dello stesso valore, come persone. E se fossero stati 30, il 10%, che cosa avrebbe detto il Legnini? Beh, un numero equo, accettabile, non eccessivo, di morti, forse? Che ragionamento è quello che gli fa dire “troppi”? Aaah, certo,…
Non mi piacciono queste parole: “perfetto”, “felicità”, “adoro, adorare” e, in genere, gli aggettivi al superlativo assoluto come “bravissimo”, “grandissimo”, “dolcissimo”, etc.
Le parole poste nel titolo sono molto diffuse e di uso comune e continuo. Le aborrisco. Si pensi a “perfezione”: è una parola latinissima che deriva dal verbo perficere, che significa completare. Al participio passato fa perfectum, cioè completato, finito… perfetto, dunque. Vedi, mio caro lettore, che ciò che è perfetto è finito, e quindi… morto. Morto. Come scrive Aristotele, che propone il paradosso di cui sopra, la perfezione è MORTE. E dunque, quando si sente dire “quelli hanno…
Diritti e sovranità: la “lezione” dell’Afganistan
Il prof Strazzari della Scuola S.Anna di Pisa mi suggerisce una comparazione non consueta, quando si parla di diritti, quella fra diritti e sovranità. Di sicuro, una prospettiva riflessiva del genere non mi sarebbe mai arrivata da un’onorevole Cirinnà, o da Letta, Boschi, Dimaio, Fico, Guerini, Gelmini, Salvini, Renzi, Meloni, Letta, Di Maio, e tanto meno da Conte Giuseppe, etc. Questi signori e signore, professionisti/e della politica, non sono in grado di declinare concetti e riflessioni al di là della…
I Talebani mostrano l’ignoranza storica, antropologica e culturale dei politici e dei militari occidentali, anche se vent’anni di guerra e di presenza di americani, inglesi e italiani ha dato un contributo indistruttibile al cambiamento culturale di quel popolo
La prima domanda che ci si deve fare quando si approccia una cultura radicalmente diversa è. “Chi sono costoro? Come la pensano? Che valori hanno? Che priorità? Che storia hanno? Hanno di che vivere? In che cosa credono?” Sono le domande “antropologico-filosofiche”, che attengono la dimensione più alta e profonda dell’antropologia scientifica. Vi pare, cari lettori, che, prima gli Inglesi, poi i Sovietici e infine (parlo solo del’età contemporanea) gli Americani, si siano fatti queste domande in profondo? Domanda retorica,…
“Impensabile”, “incredibile” (ovvero: non ci credo), “inimmaginabile”… (tre aggettivi che, pur se usati come modi di dire per significare cose grandissime e/o inaspettate, in realtà sono abbastanza idioti). Il peggiore di questi attributi è “impensabile”, mentre “invincibile”, “insuperabile” e qualche altro analogo, si possono anche accettare, sia pure con riserva. Alcuni aggettivi, di contro, come “inadeguato”, “impossibile” (con qualche dubbio dato dalla soggettività), “inaccettabile” (idem come per il precedente), “impreparato”, etc., sono del tutto congruenti con realtà fattuali
Tre espressioni molto usate, ma non perciò, nonostante siano dei modi di dire per enfatizzare la grandezza o la difficoltà di qualcosa, meno idiote. Apparentemente filosofiche, ma in realtà abbastanza inutili. Parto da una breve analisi della preposizione “in” che dà inizio a ciascuna di quelle parole. In latino “in” significa “contro” (non solo per la definizione dello stato in luogo), di cui l’esempio più forte è senz’altro il nome del secondo più grave dei vizi capitali, l’invidia, in-vidia, che…