A chiusura di un seminario sui principi etici da me svolto in una grande azienda friulana, il mio amico ingegner Fabio, direttore tecnico, propone una metafora meravigliosa, quella del treno. Avevamo parlato di come si accoglie un nuovo collega e di come il nuovo collega si deve comportare nel nuovo ambiente di lavoro, sottolineando l’esigenza dell’umiltà, del rispetto e del riconoscimento reciproco, indispensabili per costruire e rinforzare i gruppi di lavoro. A fine seminario, Fabio prende la parola e…
viaggio
25 anni fa… dieci giorni in America
Caro lettor mio, tra le carte di lavoro che sto mettendo in ordine, un racconto di viaggio della mia vita precedente… “L’immenso Shea Stadium è il primo monumento che ti viene incontro lungo l’autostrada che dall’aeroporto Kennedy, traversando il Queens, porta a Manhattan. Colorato d’azzurro e di rosso come quasi tutto in America. Poi, d’improvviso vedi stagliarsi l’acrocoro scuro dei grattacieli contro il crepuscolo, l’ascendere improvviso del World Trade Center, geometrie potenti dall’Hudson al ponte di Brooklin, le guglie dell’Empire…
Ignoranza tecnica e ignoranza ignorante
Tutti ignoriamo qualcosa, anzi moltissimo. Anzi ignoriamo la stragrande maggioranza delle cose. Un ingegnere ha sicuramente ottime cognizioni di matematica, fisica e informatica, ma può sapere pochissimo di letteratura e filosofia; un medico è certamente molto competente di discipline medico-biologiche, ma potrebbe ignorare l’economia, e avanti così. Io stesso, che sono essenzialmente un umanista, tra le discipline filosofico-letterarie e quelle socio-antropologiche, sono ignorante di informatica, di astronomia, di statistica. Vi è quindi un’ignoranza che potremmo definire “tecnica”, plausibile e…
Andarsene
Caro lettor quotidiano, un signore di Treviso, malato di SLA, morbo progressivo dei mononeuroni, atti a trasmettere le decisioni di movimento dal cervello ai muscoli, che blocca le funzioni dei muscoli volontari stessi, la loro atrofizzazione e la paralisi degli arti, ha chiesto una sedazione profonda per andarsene. Dino era cosciente di essere agli ultimi e, dopo l’ultima grave crisi respiratoria, ha voluto iniziare l’ultimo suo cammino terreno. “La sera del 5 febbraio la Guardia medica ha aumentato il dosaggio del sedativo che…
Marco Pantani, o degli eterni essenti
Sale ancora la bici sul declivio/ Tra i raggi scintillanti del meriggio,/ Pensieri persi nella valle oscura/ Per cercare più in alto la tua pace. Sul volto la vittoria pregustata,/ La prepari con un sorriso breve,/ Ma la strada non cede e sale ancora/ Fino sull’Alpe che il tramonto indora. Hai negli occhi una rapida emozione/ Come se più il traguardo non ci fosse,/ E la malinconia lì ti prendesse. Ma il cuore batte giusto e il sangue…
Con-vivere, con-dividere, col-laborare, co-operare, con-versare
Verbi -composti- all’infinito che dicono come l’uomo debba cercare sempre, o quasi, di stare con i suoi simili nella vita e nel lavoro. Certamente anche la solitudine e la sua variante solitarietà hanno un valore: anacoreti, profeti itineranti, viandanti e viaggiatori, io stesso che con la bici mi sposto per decine di chilometri, non viviamo sempre quei verbi. Di solito gli obiettivi e l’esigenza di fare “massa critica” accomunano gli esseri umani in progetti condivisi, che vanno portati avanti insieme…
Villa Sulis e la grammatica dei volti
Trovarsi con Gianni Colledani, culto umanista e cantore dei toponimi e delle terre alte, della Pedemontana, è bello. E con altri amici venuti per il libro. Villa Sulis si staglia sulla Costa avita, avamposto dei “castellani” e corpo di guardia dei “beltramini”, quelli di Spilimbergo che uccisero il Patriarca Bertrando un pomeriggio del 1350. Si parla di nomi e di lingue antiche, rimaste a dire il rispetto dei luoghi, dei sentieri, delle ancòne, delle pietre dove si riposavano i viandanti,…
pedalate di pensieri
Pedalando, per vincere il freddo intenso di questo gennaio, penso, mentre il paesaggio nitido dell’inverno mi circonda. Non ci sono auto, nulla si muove, se non le ruote della mia bicicletta sotto lo sforzo della pedalata regolare. Neppure un alito di vento, quel burian sarmatico che ho sentito nelle scorse uscite, freddissimo, grazie a Dio, ma stamattina sono meno 6 o 7 sotto zero. Verso le undici incontro anche altri ciclisti allegri, forse a zero gradi o meno uno. La…
Il castello sulla collina
Tortuosi sentieri, carrarecce e interpoderali, costeggiate di boschetti di ripa intervallati da radure e corsi d’acqua, fattisi strade nel tempo, scavallano le colline dell’antica morena, e all’improvviso il maniero appare nella radura alta oltre le fronde del bosco. Ha un nome arcano, Castello d’Arcano. Già evocativo il suo nome, misterioso e solitario il percorso che ivi conduce il viandante, fatto di curve, ripide rampe e ariose discese, fino al borgo di Sopra. Le anime dei conti ogni tanto lo visitano,…
Nostalghìa
Caro lettor paziente, il brano seguente è tratto dal “Il viaggio di Johann Rheinwald“, pubblicatomi dall’editrice Libra di Pordenone nel 2007. Lo propongo qui per onorare il vecchio partigiano che me lo narrò, mancato qualche giorno fa a novantadue anni. Il funerale laico ascolta il silenzio della campagna e mi fa ricordare le poche parole dell’uomo, sobrio nel raccontare vicende di guerra e guerriglia, di anni crudeli, di schifo e di sangue. Nell’ora che precede il crepuscolo e il sole taglia…