Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Non ci sarò

Alla Villa grande, persa nella grande campagna, sotto il cielo alto del mio Friuli, stasera suona mastro Guccini da Pàvana, Appennino modenese. Vengono da lì e dalla via Emilia i suoi umori. Certamente si concederà di libare con un “taglio di Tocai”, com’è suo costume. Avevo il biglietto (o un invito, non so) per andarci. Cornice di sobria architettura “palladiana”, autunno che viene, parole nella notte. Non ci andrò, perché “non è opportuno” per la generazione che viene. Avrei…

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La campana di Pàlcoda

… onde sonore in dissolvenza si confondono al vento leggero e allo scorrere dell’acqua, che eternamente scende dalle falde del monte. Pàlcoda è lì, diruta, con le pietre piene di sole. Arrivati dal sentiero erto, attraversato più volte il verde torrente equoreo che balza sui sassi levigati, appare il paese perduto. Nel 1923 l’ultimo Masotti se ne andò via, dopo oltre duecento anni di presidio abitato della conca sottostante la Cuesta Spiolèit. Case di pietra bianca alte tre piani si…

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La mamma di Lorenzo

Onore a Carolina che ha pensato alla mamma del ragazzo che ha ucciso suo figlio. Onore alla sua intelligenza pura. Onore alla sua fede nella vita che vince. Onore al suo pensiero limpido che trascolora nel cielo, e io lo vedo da lontano. Onore al suo sorriso malinconico che mi rassicura sull’umano. Onore a chi è con lei e a chi l’ha cresciuta. Onore a Carolina … … e onore a chi accompagna la ragazza  che zoppica e sorride e…

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La ragazza

… ora avanza nella pineta dopo essere salita dal bagno. Capelli tanti ondeggianti e occhialoni scuri anni ’50. Il copricostume la espone a sguardi interroganti. Meno ossuta di una Audrey mescolata a Keyra Knigthley o a Julia Roberts, lì, neppure sedicenne, ma ora ragazza. Il metro e settanta abbondante le dà parvenza di giunco, quando tre lontanissimi anni fa era simulacro femminino in crescita.   Tempus fugit et vaga cogitatio erubescit de animo meo. Si aggira per…

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Anders B. Breivik, o della vanitosa follia

Una breve notazione, ché il silenzio è più opportuno in questi momenti. Si conferma con quest’ultimo terribile fatto la crisi del pensiero pensante e raziocinante che abbiamo in più punti e momenti segnalato su questo sito. Il fatto di Oslo segue una “logica” belluina primordiale, così come ogni altro analogo atto, di cui gli esempi abbondano. Logica non nel senso di un logos,  che sia sinonimo di ragione ragionante, ma nel senso di un flusso mentale qualsiasi, in questo caso…

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Camminando camminando …

Non eravamo Socrate e Alcibiade, né Aristotele nel Peripato o Epicuro nel suo Giardino, questo pomeriggio in due a camminare tra le acquae di risorgiva. Gustav è nome tedesco, forse goto o longobardo. Dopo il piovasco, abbiamo visto che sarebbe stato meglio ragionare camminando, e non sedersi attorno a un tavolino in un caffè. Vecchio amico incontrato nella grande azienda, ora le strade si incrociano e la ragione ragionante ci accomuna. Parlare del senso, come criterio della morale, e delle virtù…

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Dio perdona, internet no

Se commetti qualche azione mala, e perciò si crea la necessità del perdono di Dio, sai che un pentimento contrito per l’azione compiuta  fa sì che questo perdono, come dono reiterato e reiterabile di Dio stesso, sia certo. Questa è la retta dottrina cristiana sul male consapevolmente fatto, sul pentimento e i buoni propositi, e sul perdono. Si potrebbe dire, senza scomodare la teologia morale, che la persona ha bisogno di riconoscere il male che compie, sapendo che in…

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L’Antropologia dell’Imperfezione

Chiara notte di mezza estate a Firenze. Il cielo è blu cobalto. With or without you e Stairway to heaven… la sera cala dietro la Loggia dei Lanzi, un musicante le canta solo, con la chitarra, bene. E poi vende suoi cd  a un pubblico cosmopolita. La gente sciama verso il fiume dove canta e suona al Ponte Vecchio un altro artista di strada. Il “Perseo” celliniano esibisce le terga da par suo, bronzei glutei perfetti, e chiamo Beatriz (che dorme) per…

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L’uomo di Novi Sad

Si era svegliato e sentiva i capelli umidicci. Non capiva perché gli pareva di essere capovolto. Stava viaggiando in auto … L’ultimo pensiero era stato “vado avanti ancora un po’ anche se è buio, mi fermerò a dormire dopo Novi Sad, magari a Zagabria, se ce la faccio, e domani sono a casa“. Realizzò di essersi rovesciato con la macchina … cercò di liberarsi dalla cintura di sicurezza e ce la fece dopo un paio di tentativi. Gli parve…

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Bene, un “bene”, il “bene”

Si dice “Hai fatto bene“, quando si commenta una scelta fatta da un altro che si approva, oppure un lavoro fatto come si deve. Si dice “beni” di ciò che si possiede, a cui, al singolare, si può anteporre l’articolo indeterminativo “un“. Se invece si intende “il bene” come un qualcosa che è connotato da intrinseca bontà, c’è bisogno di usare l’articolo determinativo “il“, poiché ciò che è bene deve essere individuabile con chiarezza. I filosofi antichi, da Platone ad Agostino…

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