Ricordo che, prima di essere rieletto al ruolo dirigente del sindacato regionale all’inizio dei ’90, fui contattato da un massone abbastanza importante che mi “consigliò” di non dare troppo spazio alla stampa cattolica nel mio ruolo, anche se “loro” comunque mi avrebbero votato con convinzione, per stima politica e culturale nei miei confronti. E fu così, peraltro, senza (ovviamente) che io gli avessi promesso nulla. In quei primi ’91/ ’92 fui anche in America, prima a Buenos Aires e dintorni…
“Agorà”, in Greco antico, significa slargo, piazza: il plurale è “agorài” (piazze). Bene: vedo Letta del PD che troneggia su palchi dove la scritta è la seguente “Agorà democratiche”, quindi con il nome al nominativo singolare e l’aggettivo al plurale. Non mi si dica che in italiano i plurali greci non si mettono (come nell’inglese inserito in un testo italiano, perché sarebbe come dire che greco e latino stanno all’italiano come l’Inglese). Conclusione: Greco e Latino sono “papà” e “mamma” linguistici dell’Italiano e dunque, se non si conosce l’abc del Greco antico, si lasci perdere, per carità
Alle solite! Si usa una lingua antica e si fanno figure barbine. Chissà perché lo fanno… fa figo? E’ una cosa capalbiese, radical chic, snobistica? Mi par proprio di sì. Poi sono più o meno gli stessi che dicono mìdia invece di mèdia, plàs invece di plus, perché hanno deciso che la koinè inglese si è impadronita anche di un neutro latino della seconda declinazione, o di un avverbio comparativo di quantità. Non è serio usare termini e concetti…
Beatrice (Bebe) Vio mostra come la “gioia”, quel sentimento che in latino si dice “gaudium”, prevalga sulla “felicità”
Quando vedo o ascolto Beatrice (Maria-Adelaide-Marzia)-Bebe Vio, nata nel 1997, provo gioia. Provo la gioia che la ragazza mi trasmette con il suo entusiasmo, il suo sorriso, la sua eccelsa classe sportiva. Pur essendo stata tormentata fin da piccola da una tremenda meningite che la ha mutilata, Bebe è una grande campionessa dello sport che si dice parolimpico, nella specialità della scherma, arma del fioretto, ma a mio parere si dovrebbe dire “dello sport”, e basta. Mi viene da pensare…
La Tecnologia tecnocratica (Tèkne + Lògos) crea un’Antropologia (‘Anthropos + Lògos) verso il “Trans-umanesimo”?
Nella storia , la tecnologia ha sempre modificato la vita degli esseri umani, a partire dall’invenzione della ruota e dalla scoperta dell’utilizzo del fuoco. L’evoluzione della scienza ha accompagnato e assistito l’incremento della tecnica applicata a tutte le attività umane, da quelle economiche a quelle militari. Si pensi alla tecnologia evolutissima che gli antichi Egizi utilizzarono per la costruzione delle piramidi, oppure ai sistemi di irrigazione realizzati dagli Assiri e dai Babilonesi, sfruttando le acque dell’Eufrate e del Tigri; si…
“Troppi morti…”, esclama un uomo politico parlando del terremoto del Centro Italia di cinque anni fa: un’altra occasione per criticare chi si schiera sempre e solo da militante per un simbolo politico di partito senza valutare le qualità morali e culturali delle persone che lo rappresentano
“Troppi morti…”, inizia in questo modo il ricordo di tale Legnini, che fu anche Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, per ricordare il terremoto di cinque anni fa nel Centro Italia. Troppi morti? Quanti? 299. Non ricordo bene, tutti indispensabili, tutti dello stesso valore, come persone. E se fossero stati 30, il 10%, che cosa avrebbe detto il Legnini? Beh, un numero equo, accettabile, non eccessivo, di morti, forse? Che ragionamento è quello che gli fa dire “troppi”? Aaah, certo,…
Gli stivali di Re Vittorio
“Toni, bundì, veiso timp?” (Friulano: Toni, buongiorno, avete tempo?) “Ai simpri timp par vo, sior sindic” (Ho sempre tempo per voi, signor sindaco)… Toni zuet (zuet, in friulano, significava e significa zoppo, perché Toni aveva avuto in gioventù la frattura di una tibia mal curata, che gli aveva lasciato una zoppìa molto evidente) era il miglior calzolaio del paese, un vero maestro nel taglio della tomaia e nella sua applicazione alla suola. Era metà luglio del 1915 e l’Italia era…
Non mi piacciono queste parole: “perfetto”, “felicità”, “adoro, adorare” e, in genere, gli aggettivi al superlativo assoluto come “bravissimo”, “grandissimo”, “dolcissimo”, etc.
Le parole poste nel titolo sono molto diffuse e di uso comune e continuo. Le aborrisco. Si pensi a “perfezione”: è una parola latinissima che deriva dal verbo perficere, che significa completare. Al participio passato fa perfectum, cioè completato, finito… perfetto, dunque. Vedi, mio caro lettore, che ciò che è perfetto è finito, e quindi… morto. Morto. Come scrive Aristotele, che propone il paradosso di cui sopra, la perfezione è MORTE. E dunque, quando si sente dire “quelli hanno…
Diritti e sovranità: la “lezione” dell’Afganistan
Il prof Strazzari della Scuola S.Anna di Pisa mi suggerisce una comparazione non consueta, quando si parla di diritti, quella fra diritti e sovranità. Di sicuro, una prospettiva riflessiva del genere non mi sarebbe mai arrivata da un’onorevole Cirinnà, o da Letta, Boschi, Dimaio, Fico, Guerini, Gelmini, Salvini, Renzi, Meloni, Letta, Di Maio, e tanto meno da Conte Giuseppe, etc. Questi signori e signore, professionisti/e della politica, non sono in grado di declinare concetti e riflessioni al di là della…
I Talebani mostrano l’ignoranza storica, antropologica e culturale dei politici e dei militari occidentali, anche se vent’anni di guerra e di presenza di americani, inglesi e italiani ha dato un contributo indistruttibile al cambiamento culturale di quel popolo
La prima domanda che ci si deve fare quando si approccia una cultura radicalmente diversa è. “Chi sono costoro? Come la pensano? Che valori hanno? Che priorità? Che storia hanno? Hanno di che vivere? In che cosa credono?” Sono le domande “antropologico-filosofiche”, che attengono la dimensione più alta e profonda dell’antropologia scientifica. Vi pare, cari lettori, che, prima gli Inglesi, poi i Sovietici e infine (parlo solo del’età contemporanea) gli Americani, si siano fatti queste domande in profondo? Domanda retorica,…
Messi, che lacrime ridicole! Jacobs sia umile. Tortu, che bel sorriso… e approfitto della visibilità del titolo per segnalare l’ultima idiozia vista su un quotidiano sportivo: parlando della staffetta vincitrice della 4 per 100 a Tokio, leggo che il primo frazionista, Lorenzo Patta, nato nel 2000, è un millennial. Ma, se si intende che “millennial” è chi è nato nel nuovo secolo, il XXI e nel nuovo millennio, il III, Patta NON E’ un millennial! Ancora, ancora c’è gente convinta che il 2000 sia il primo anno del III millennio e del XXI secolo, idioti!
Ciò che qui scriverò, caro lettore, non avrà nulla di moralistico, ma sarà semplicemente narrativo, realistico, forse solo un po’ attento agli aspetti finanziari, gestionali e di etica d’impresa, nei limiti che la mia limitata competenza in materia mi consente, incompetenza che, come sai mio caro lettore, non riguarda l’etica d’impresa. Il signor Messi, gran calciatore e piccolissimo uomo, mi ha fatto solo malinconicamente ridere con le sue lacrime (?), mentre dalla sede della sua storica squadra di calcio, spiegava…